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IL SECOLO CON LE ALI: AL MUSEO ARCHEOLOGICO APERITIVO LETTERARIO E PROIEZIONE FILMATI

Teramo, 20 maggio 2011 - Nell'ambito delle iniziative della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Teramo per il Secolo con le ali - la mostra che l'Aeronautica Militare ha promosso per celebrare i cento anni del volo militare in Italia con l'aeroplano - domani sera alle ore 18.00, presso la Sala San Carlo del Museo archeologico si terrà un Aperitivo letterario con "Forse che sì forse che no" (1910): D'Annunzio, il volo e il rinascimento mantovano, a cura di Paola Besutti e Raffaella Morselli, della Facoltà di Scienze della Comunicazione, con il Laboratorio di teatro d'Ateneo, in collaborazione con l'Associazione Manfredi.

Sempre nella Sala San Carlo saranno proiettati fino a domenica, dalle ore 10.00 alle 22.00, filmati dell'Aeronautica Militare e dell'Archivio audiovisivo della memoria abruzzese.

« Era l'11 settembre 1909 - si legge nella presentazione per l'Aperitivo letterario - quando Gabriele d'Annunzio volò verso Vienna, celebrando la propria impresa anche con la creazione del neologismo "velivolo". Nello stesso settembre 1909 a Montichiari (Brescia) si tenne il primo circuito aereo internazionale italiano: erano presenti 50.000 persone, tante personalità (Puccini, Toscanini, Kafka, Marconi...) e d'Annunzio, che fu invitato a volare sull'aereo pilotato dallo statunitense Glenn Curtiss. A Montichiari in quello stesso anno sarebbe stato fondato il primo aeroporto d'Italia e il secondo nel mondo. Dopo pochi mesi d'Annunzio diede alle stampe Forse che si forse che no (Milano, fratelli Treves, 1910), col quale egli tornava dopo dieci anni al genere del romanzo. Definito "icario", ovvero ispirato al volo, Forse che si forse che no, fra seduzione, amori negati e amori sfiniti nel più cupo erotismo, tesse la torbida trama dei cinque protagonisti, su un ordito giocato sul modernismo e sull'evocazione antichizzante. La modernità è incarnata dal volo e dall'adunanza di oceanica di quel primo raduno aereo, la portentosa attrazione dell'antico si consuma nelle stanze del palazzo Ducale di Mantova, che egli visitò effettivamente nel 1907, traendone varie suggestioni e lo stesso titolo del romanzo».

REDAZIONE UFFICIO STAMPA


Ultimo aggiornamento: 20-05-2011