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La prof.ssa Grazyna Ptak
È
stata chiamata Martina, l'agnellino nato il primo maggio dopo una
fertilizzazione "in provetta". Si tratta di un cucciolo particolare perché la
madre genetica di Martina aveva poco più di un mese quando le sue cellule uovo,
ancora immature, sono state prelevate per il loro successivo sviluppo e
trasferite prima in un incubatore e poi impiantate nella madre adottiva.
Martina andrà a fare compagnia a Mia e Cleo, le due agnelline nate, invece, da
due cellule uovo di pecore abbastanza "anziane", all'incirca di otto anni. A
farle nascere è stata una équipe di giovani ricercatori dei Corsi di laurea in
Biotecnologie dell'Università degli Studi di Teramo, guidati e coordinati da Grazyna Ptak, in collaborazione con
l'Istituto Zooprofilattico per l'Abruzzo e il Molise.
«Si
tratta di verificare - ha spiegato la Ptak - se l'età della madre genetica può,
in quanto tale, influenzare il benessere del nascituro. Di solito la
valutazione della salute del soggetto nato in seguito alle tecniche di
riproduzione assistita, viene effettuata entro poche ore o alcuni giorni dalla
nascita. Le nostre agnelline appena nate stanno benissimo, ma lo scopo della nostra
ricerca sarà quello di monitorare il loro benessere e il loro comportamento nel
lungo periodo, anche in termini trans-generazionali, cosa mai verificata sino
ad oggi».
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Laboratorio di embriologia sperimentale del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate del Università di Teramo (da destra Prof. Pier Augusto Scapolo, Prof. Pasqualino Loi, Dr. Grazyna Ptak, Dr. Federica Zacchini, Dr. Marta Czernik, Dr. Fiorella Di Egid
«La
crescita del numero di pazienti umani che vogliono sottoporsi alla riproduzione
assistita - ha aggiunto la ricercatrice - esige la promozione di questo tipo di
ricerca. D'altro canto le tecniche di riproduzione assistita consentono di
diventare madri anche dopo alcune patologie, in particolare il cancro, dove il
trattamento terapeutico compromette la fertilità. È stato quindi suggerito che
da pazienti, anche sessualmente immature, che debbano sottoporsi a cicli di
chemio o radio terapia, siano prelevate e congelate porzioni di ovaio dalle
quali ricavare, dopo i trattamenti terapeutici, i gameti per la riproduzione
assistita. Inoltre l'età media dei pazienti che ricorrono alla riproduzione
medicalmente assistita è in forte aumento».
Alla giovane ricercatrice teramana Grazyna Ptak è stato assegnato l'anno scorso, unica
in Italia nel campo di medicina veterinaria, un prestigiosissimo finanziamento
dal Consiglio Europeo della Ricerca.
"Il progetto europeo che coordino- ha commentato
Grazyna Ptak- servirà a verificare la natura delle alterazioni placentari,
conseguenti a problemi di salute della gestante. Il modello animale da noi
utilizzato è particolarmente adatto a studiare la gravidanza in campo umano. Nonostante
il nostro progetto sia partito soltanto qualche mese fa, siamo già a buon
punto: i primi nostri dati verranno presentati il prossimo luglio a Oxford, al
convegno della Società Internazionale di Fertilità e Riproduzione. La nascita di Martina, Cleo e Mia -ha aggiunto Ptak -è importantissima
per la prosecuzione dello studio. Per chiedere fondi per la ricerca in Europa bisogna
prepararsi per tempo, e non ci si può presentare senza la dimostrazione della
fattibilità del progetto. Ecco perché sono importanti questi risultati
preliminari, testimoniati dalla nascita dei tre agnellini".
Fra
i ricercatori che hanno partecipato all'esperimento ci sono, tra gli altri, Pasqualino Loi, "padre" di Ombretta, il
primo muflone clonato al mondo, Pier
Augusto Scapolo, Marta Czernik, Adele Pizzuto, Federica Zacchini, Fiorella
Di Egidio, assieme a un gruppo di entusiasti studenti del Corso di laurea
in Biotecnologie.